La prima reazione dell’ex premier Timoshenko e dei nazionalisti ucraini è stata quella di richiedere una riunione d’emergenza del Parlamento, poi fissata in sessione ordinaria per il 27 aprile. Il neopresidente Viktor Janukovich ha, infatti, allungato a sorpresa l’affitto della base navale di Sebastopoli ai russi di altri 25 anni + eventuali opzionali altri 5.
La sua scelta provoca una vera e propria svolta nelle dinamiche geostrategiche dell’intera regione. Per prima cosa, addio alla contestata e controversa adesione del Paese slavo alla Nato, poi messa in archivio del progetto dei neocons Usa, vicini a George Bush jr., di creare un cuscinetto tra Russia ed Europa.
Il precedente Esecutivo ucraino “filo-occidentale” aveva chiarito che Mosca avrebbe dovuto trovare un’altra sistemazione per la Flotta del Mar Ner. Il Cremlino si apprestava a costruire una base vicino a Novorossijsk.
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Janukovich rimanda, indirettamente, a metà secolo la spinosissima questione della sovranità della Crimea – penisola “regalata” da Chrusciov all’Ucraina nel 1954 -. Gli abitanti della regione, trovatisi dopo il crollo dell’Urss fuori dalla loro Madrepatria, non vedono oggi di buon occhio il potere di Kiev. Negli anni Novanta si svilupparono movimenti indipendentisti o filo-russi.
In cambio del prolungamento dell’affitto a Sebastopoli fino al 2042 (dal precedente 2017), il leader ucraino ottiene da Mosca 40 miliardi di dollari, di cui 7 nei prossimi 24 mesi in sconti sul prezzo del gas. L’Ucraina, da tempo sull’orlo del default, ha chiesto al Fondo monetario internazionale un nuovo prestito da 12 miliardi di dollari, dopo aver in parte usufruito di un altro, poi congelato da 16,4.
La complessa situazione economica necessita di sacrifici. Al recente vertice sulla proliferazione nucleare di Washington Kiev si era accordata per la consegna del suo plutonio ad uranio arricchito agli Stati Uniti entro il 2012.
Con l’Unione europea in stand-by ad Est e l’avvicinamento della Polonia alla Russia, giustificato soprattutto da ragioni economiche, l’Ucraina rischiava di rimanere fuori dai giochi continentali. Ora passa all’incasso. Janukovich è sempre quel politico che realizzò la maggior privatizzazione del suo Paese. L’asta la fece vincere agli oligarchi locali a scapito dei russi con una perdita per l’Erario locale di una montagna di dollari.
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